Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio
Comando unità per la tutela forestale, ambientale ed agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA)
 
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Situazione degli IFR
 
Ad oggi le Regioni (PDF- 60 KB) che hanno realizzato un inventario forestale sull’intero territorio sono, procedendo da Nord a Sud: Valle d’Aosta, Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna e Sicilia. In Sardegna e in Friuli Venezia Giulia i risultati non sono stati resi pubblici. In Emilia R. l’IFR è stato attuato per singoli bacini idrografici. Inoltre, Inventari locali sono stati realizzati nel Lazio (Provincia di Frosinone, Parco Naturale Monti Simbruini, Comunità Montana Alta Tuscia) e in Lombardia (Province di Bergamo e Varese). Occorre ancora segnalare che la Provincia autonoma di Trento ha da poco ultimato il suo inventario del carbonio dei boschi della Provincia ed altre Regioni hanno realizzato lo studio di progetto (Abruzzo) o semplicemente avviato l’iter per l’affidamento dello stesso (Calabria).
 
Cartina Italia Tecniche di campionamento
Negli IFR del nostro Paese, in dipendenza delle risorse e fonti informative disponibili, sono varie le procedure adottate per la selezione dei campioni. Il principio è quello di esplorare porzioni ridotte di territorio e di espandere le informazioni ad una superficie più ampia, garantendo un sufficiente livello di sicurezza statistica ai dati. Tra i vari metodi impiegati, il più diffuso è il campionamento doppio per la stratificazione (eseguito in due fasi), applicato in Emilia Romagna, Friuli V.G., Liguria, Marche, Toscana, Sardegna, che, per numero di applicazioni, risulta prevalente rispetto a quello in un’unica fase, che prevede l'esecuzione di soli rilievi al suolo (classicamente quello adottato dal primo inventario forestale nazionale, così come anche nel Lazio, Lombardia, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto). Per l'inventario della Sicilia sono stati adottati i metodi e le procedure sviluppati nell'ambito di INFC.
 

Le unità di campionamento (udc) utilizzate per i rilievi al suolo risultano variabili per tipo e forma, ma orientativamente quelle circolarie a raggio fisso risultano prevalere rispetto a quelle adimensionali o a raggio variabile (prove relascopiche).

Di regola la distribuzione delle udc (o dei punti di fotointerpretazione) avviene secondo un preciso disegno geometrico, che può prevedere la distribuzione sistematica regolare o sistematica non allineata dei punti di campionamento, che sono di solito disposti su griglie a maglia quadrangolare con passi variabili da 0,2 x 0,2 km fino a 1 x 1 km sovrapposte al territorio oggetto d’indagine.

 
 
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