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Definizioni inventariali impiegate nei sistemi di classificazione degli IFR |
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La definizione di bosco costituisce il punto di partenza per la valutazione delle risorse forestali ed è uno dei concetti chiave degli inventari forestali, che consente di capire qual’è l’oggetto dell’indagine. La definizione di bosco assume particolare importanza negli inventari su vasta scala per i quali il dato relativo alla superficie forestale è senza dubbio il più rilevante sia per un confronto fra diverse aree geografiche sia per il monitoraggio delle variazioni di superficie forestale. È importante quindi che una definizione inventariale, relativa ad un territorio regionale o nazionale, sia concorde con i livelli di classificazione di ordine superiore e, possibilmente, con gli standard internazionali (FAO – FRA 2000, 2005), anche in relazione al Protocollo di Kyoto e ai successivi accordi (Bonn, 2001; Marrakesh, 2002).
I criteri di base sui quali si basano le definizioni impiegate negli inventari utilizzano dei valori di soglia di tipo numerico agevolmente misurabili che rendono meno soggettive le operazioni di classificazione; essi comprendono:
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la superficie minima (riferita all’area coperta da vegetazione forestale)
la copertura minima (di alberi o arbusti)
la larghezza minima dell’area boscata
l’altezza minima degli individui presenti (con riferimento alla maturità).
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Definizioni inventariali impiegate nei sistemi di classificazione degli IFR |
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Poiché le definizioni relative a tali criteri fanno riferimento al tipo di vegetazione (arborea o arbustiva), allo scopo di eliminare incertezze nel processo di classificazione, di solito ai criteri citati viene associato anche l’elenco delle specie di alberi e quelle di arbusti.
Nella disamina delle differenze tra gli inventari emerge che non vi è una univoca definizione di bosco, ma sussistono variazioni anche sensibili tra un inventario e l’altro. Un unico parametro è comune alle varie definizioni e riguarda la larghezza minima (20 m) delle formazioni.
In relazione alla superficie minima la situazione risulta ripartita in due classi, di 5 000 m² e 2 000 m². Per quanto attiene al grado di copertura delle chiome si registra una medesima situazione di equilibrio tra gli IFR che prescrivono valori di soglia minima del 10% e quelli con il 20%. Accentuata è anche la variabilità nell’ambito del parametro dell’altezza minima delle specie arboree presenti, con prevalenza della soglia minima di 5 m.
Per quanto riguarda la definizione delle altre terre boscate, categoria che solitamente include le altre aree di pertinenza forestale, come le formazioni arboree rade o quelle di tipo arbustivo, la situazione risulta più complessa ed articolata. Innanzitutto non è presente una definizione di “altre terre boscate” in modo contestuale a quella di “bosco” per tutte le Regioni. In secondo luogo i parametri presi in considerazione risultano più complessi e interdipendenti uno dall’altro. A fronte di tante divergenze è da sottolineare positivamente il fatto che gli IFR più recenti cercano di aderire a degli standard internazionali comuni (FAO – FRA2000), almeno per quanto riguarda l’aspetto delle definizioni delle categorie inventariali. |
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TOSI V., MONTECCONE M., 2004 - Standard per gli inventari forestali di area vasta. Uno studio comparativo per il territorio italiano. Forest@, SISEF, Vol. 1, numero 2. |
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