Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio
Comando unità per la tutela forestale, ambientale ed agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri
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La definizione di bosco
 
La premessa essenziale di ogni raccolta di dati è costituita dalla definizione dell’oggetto dell’indagine stessa. In mancanza di una descrizione chiara e condivisa di ciò che si intende osservare, quale parte del territorio, quale aspetto, secondo quale sistema di classificazione, risulta infatti difficile progettare in modo efficace la raccolta di dati come pure interpretare i risultati ottenuti. Definizioni chiare e condivise consentono inoltre il confronto dei risultati con i dati raccolti da altre indagini in altre epoche o in altri Paesi.

Nel caso degli inventari forestali, è necessario definire innanzitutto cosa si intende per foresta e a quali tipi di foresta si rivolga l’indagine. La definizione di bosco, soprattutto se riferita a grandezze facilmente osservabili quali l’estensione del corpo boscato, la densità della copertura vegetale e così via, individua infatti in modo inequivocabile l’oggetto dell’indagine inventariale.

Bosco misto a prevalenza di conifere in ambiente alpino (fonte: archivio ISAFA) La scelta della definizione di bosco per l’inventario forestale nazionale italiano (INFC) è stata oggetto di una attenta analisi da parte delle Istituzioni e dei soggetti incaricati della progettazione. Si trattava infatti di decidere se mantenere la definizione adottata dal primo inventario forestale nazionale oppure di recepire la nuova definizione di bosco che, in quanto definita in sede FAO per il Forest Resources Assessment del 2000 – FRA2000 – appariva, alla fine degli anni ’90, come il futuro standard di riferimento in sede internazionale.
Il dibattito ha presto condotto alla decisione di adottare per l’INFC la definizione FAO che si basa su valori soglia per l’estensione e la larghezza delle unità boscate, la copertura del terreno da parte delle chiome e infine l’altezza potenziale della vegetazione arborea. Le differenze rispetto al primo inventario nazionale riguardano la soglia di copertura minima, che passa dal 20% al 10%, e l’estensione minima, che passa da 2000 m² a 5000 m². Tale definizione, che si discosta spesso dalle definizioni adottate dalle singole Regioni italiane,ha valore esclusivamente inventariale e nessuna implicazione di carattere giuridico.

Allo scopo di circoscrivere l’indagine alle aree di interesse forestale,INFC ha richiesto, nella sua prima fase, una classificazione del tipo di uso/copertura del suolo. Il sistema di riferimento per tale classificazione è il sistema europeo CORINE Land Cover (COMMISSIONE EUROPEA, 1993) e in particolare il suo primo livello. Nell’INFC vengono distinte cinque grandi classi di copertura, che corrispondono alle classi di primo livello CORINE eccetto che per per alcuni casi particolari (ad esempio i castagneti da frutto) che sono stati collocati diversamente per adattare la classificazione alle esigenze specifiche dell’inventario forestale. A partire dal secondo livello gerarchico, la classificazione dell’uso/coper dell’inventario nazionale si discosta maggiormente dal sistema CORINE allo scopo di focalizzare l’indagine sulle classi di interesse inventariale e migliorare quanto più possibile l’efficienza della stratificazione (definizioni dei tipi di copertura INFC2005 - pdf - 22,5 KB).
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