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Avvio del Progetto |
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Le attività per la realizzazione del secondo inventario forestale nazionale italiano prendono avvio nel 2002 in seguito all’iniziativa della Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane e Idriche (DGRFMI) del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF), ora Ispettorato Generale del Corpo Forestale dello Stato.
Il nuovo progetto viene affidato all'Unità di Ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione Forestale del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA-MPF), allora Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura di Trento (ISAFA, oggi CRA-MPF) con il compito di definire le linee progettuali per il nuovo inventario.
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Alla fine degli anni ’90 il CRA-MPF aveva realizzato uno studio preliminare di fattibilità per il nuovo inventario, nell’ambito del quale aveva esaminato le numerose attività inventariali descritte nella letteratura internazionale di settore, valutandone pregi e difetti in termini soprattutto di costi da sostenere, informazioni da raccogliere e disponibilità di supporti informativi.
Alla luce dei risultati di questo studio, del confronto con l’Amministrazione committente e delle nuove esigenze emerse, è stato quindi messo a punto alla fine del 2002 il progetto inventariale definitivo e ne sono stati definiti i tempi di attuazione. |
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Gli obiettivi del secondo inventario forestale nazionale |
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L’INFC si pone i seguenti obiettivi: |
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fornire alla società civile, agli amministratori e agli studiosi un quadro di conoscenze completo e aggiornato sul patrimonio forestale nazionale, componente essenziale delle risorse naturali del nostro Paese; |
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aggiornare e integrare le statistiche nazionali relative alle foreste in modo coerente con gli standard internazionali, alla luce degli impegni assunti dall’Italia nell’ambito di accordi e convenzioni internazionali sulla conservazione dell’ambiente e della biodiversità, la lotta alla desertificazione, il contenimento dei gas ad effetto serra; |
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fornire all’Amministrazione Statale e alle Regioni le informazioni necessarie per una politica di gestione sostenibile delle risorse forestali; |
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costituire una rete di monitoraggio delle risorse forestali in senso lato, ampliando l’ambito di indagine e gli aspetti esaminati:non si tiene più conto solamente degli alberi e del legname, ma degli ecosistemi forestali nel loro complesso; |
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fare uso delle più moderne tecnologie disponibili per l’acquisizione, l’archiviazione e l’elaborazione dei dati costituendo una base di dati consistente e dettagliata, in grado di confluire in un sistema informativo forestale. |
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Coerentemente agli obiettivi sopra delineati, l’oggetto dell’analisi inventariale, il dominio inventariale, è rappresentato non solamente dai boschi in senso stretto ma dall’intero territorio occupato da vegetazione arborea o arbustiva: foreste, boscaglie, macchia, arbusteti e formazioni molto rade vengono tutti indagati indipendentemente dalla loro vocazione produttiva. Sono oggetto di osservazione anche gli impianti di arboricoltura da legno in aree agricole, come pure i boschetti e le formazioni forestali lineari estranei al contesto forestale la cui presenza viene evidenziata in contemporanea alla classificazione dell’uso del suolo. |
Il progetto dell’INFC prevede la realizzazione di un’indagine per campionamento in tre fasi successive.
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La prima fase è dedicata alla classificazione per fotointerpretazione di un insieme di unità di campionamento, circa 300 000, una per ciascuna delle maglie quadrangolari di 1 km² di estensione che formano il territorio nazionale;
la classificazione consiste nell'attribuzione della classe di uso del suolo a ciascuno di questi punti secondo un sistema di classificazione di uso/copertura del suolo coerente con lo standard europeo CORINE Land Cover e con le definizioni di bosco e altre terre boscate della FAO.
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La seconda fase è finalizzata a perfezionare la classificazione delle formazioni forestali distinguendo le diverse categorie inventariali (boschi, boschi bassi, boscaglie, arbusteti, impianti di arboricoltura) e i diversi tipi di vegetazione secondo una tipologia omogenea per tutto il territorio nazionale che si basa sul criterio della specie prevalente. Questa fase viene realizzata al suolo con rilievi speditivi che consistono quasi esclusivamente in classificazioni di caratteri qualitativi e riguarda un sottocampione dei punti di prima fase appartenenti alle aree di interesse forestale, circa 30 000.
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Oltre alla classificazione della vegetazione il rilievo prevede la raccolta dei dati relativi a numerosi caratteri fra i quali si citano proprietà, gestione, viabilità, vincoli, caratteri stazionali, tipo colturale e stadio di sviluppo, patologie, fenomeni di dissesto.
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La terza fase riguarda un sottocampione dei punti di seconda fase, circa 7 000, che vengono nuovamente rilevati al sulo ed è finalizzata a misurare i principali caratteri quantitativi delle formazioni forestali quali i diametri, le altezze, gli accrescimenti dei fusti e l’entità del legno morto, per citarne tra i più importanti; altri aspetti oggetto di rilievo sono il sottobosco, in particolare gli arbusti e la rinnovazione, e lo stato di salute delle fitocenosi. |
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